All’inizio della Settimana Santa, pubblichiamo un brano di una meditazione di Don Comelli sulla Passione di Cristo, augurando a tutti una Santa Pasqua.

Domenica 29 marzo 2015

Ora si avverano le parole misteriose di tanti salmi, come quelle del salmo 88: “Pesa su di me il tuo sdegno e con tutti i tuoi flutti mi sommergi… Sopra di me è passata la tua ira, i tuoi spaventi mi hanno annientato”. Esse suggeriscono l’idea di un’isola sulla quale è passato un uragano, lasciandola desolata e spoglia. Tutto l’universo morale della colpa pesava, in quel momento, sull’anima di Gesù. Il Signore fece ricadere su di Lui l’iniquità di tutti noi. Egli è l’Agnello di Dio che porta il peccato del mondo. La vera croce che Gesù portò sulle spalle, che portò sino al Calvario e alla quale venne poi inchiodato fu il peccato. Poichè Gesù porta in sè il peccato, Dio è lontano; di più, Dio è la causa del suo tormento maggiore. Nel Figlio si scontra questa doppia realtà: tutto l’amore di Dio e tutto l’egoismo umano; la somma santità e la somma malizia. Tutto questo crea in Lui una tempesta indicibile, insopportabile tanto da far emergere dal profondo del cuore: “ L’anima mia è triste fino alla morte”. Gesù ha vissuto questa situazione-limite in assoluto. Il dolore fu acutissimo, indescrivibile, nessuna mente umana può immaginarlo e nessuno è capace di comprendere.