Domenica 11 dicembre
Nel cammino della nostra comunità è veramente sbocciata la carità. Quante iniziative, proposte, lacrime asciugate, dolori leniti! E lo dico con convinzione. Ma quanto infinitamente di più avremmo potuto fare in tutto il tempo libero a nostra disposizione e se tanti altri avessero operato! Oftal. Immigrati. Centro sociale. Moribondi. Scuola per analfabeti. Volontariato 45. Telefono amico. Terzo mondo. Raccolta di carta. Natale per malati giovani ecc.
L’aspetto carità è sempre stato centrale. Fondamentale come mezzo educativo e come fine: amore non a parole ma con opere. Le nuove povertà ci interpellano. Le nuove povertà, tipiche del nostro tempo, esplodono con particolare intensità nel nostro tempo nella nostra struttura sociale: è l’insicurezza del lavoro o della casa, la solitudine e l’emarginazione, l’immigrazione da guidare, le forme di asocialità, le angosce esistenziali ecc. ci tengono continuamente sotto pressione, sforzando la nostra pigrizia e chiedono nuovi interventi. E’ necessario, per noi personalmente e per la comunità tutta, rimetterci e rimanerci, con gli occhi e orecchie ben aperte, sulla strada di Gerico.
(Fede e carità – III)