Domenica 29 ottobre
L’uomo moderno non è molto sensibile al tema della conversione a Dio.
Di fronte alle grandi sfide che gli si impongono, sia che si tratti di fame, ignoranza, ingiustizie, è conscio delle proprie responsabilità, si dichiara pronto a mobilitare tutte le proprie energie; il compito è esigente e sa che deve scuotersi da tutte le comodità. Anche questa è una conversione, continua, dura, che lo rende grande, lo appaga: pensa di salvare il mondo! È l’esperienza del primo Mosé!
Quando però questa sfida va male allora è la demoralizzazione… si lascia tutto…
Non si vuole accettare o ci lascia indifferenti la disponibilità radicale a Dio; la rinuncia totale di noi stessi; infatti questa conversione rimanda l’uomo, pur nel lavoro e impegno quotidiano, alla sua debolezza, lo fa sentire inefficace… forse non presente alla storia che le sinistre o le destre stanno costruendo!
Non tiene presente che: “se non è il Signore a costruire la casa, invano lavoreranno i suoi costruttori!”.
(La conversione – VII)