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March, 2014

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Newsletter 12/2014

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Domenica 30 marzo

Comincia oggi il testo di una nuova meditazione, dedicata alle beatitudini.
Le beatitudini promulgate da Gesù Cristo sul monte sono state sempre considerate come il vertice della esperienza cristiana e la pienezza del messaggio evangelico. I cristiani sono chiamati tutti a vivere queste beatitudini. Essendo dunque considerate come il vertice della esperienza cristiana, il che equivale a dire santità, è necessario per noi far diventare le Beatitudini motivo di attenta meditazione. Infatti la Beatitudine è l’espressione, il risultato di un cristianesimo perfettamente vissuto e pienamente realizzato. Cioè sarai beato, godrai della beatitudine se svilupperai la povertà in spirito, la purificazione del cuore, la mitezza e mansuetudine.
(Beatitudine come vocazione – I)

Newsletter 11/2014

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Domenica 23 marzo

La vera preghiera cristiana è quella che rimette la nostra vita nelle mani di Dio; è quella che ci fa abbandonare alla volontà di Dio, quindi della Chiesa.
La preghiera penitenziale è consegnarsi alla Potenza di Dio che perdona attraverso la Chiesa. La preghiera Eucaristica è un consegnarsi a Cristo Signore per essere offerti al Padre.
Questa preghiera è il senso della vita cristiana; è il cammino della salvezza. La preghiera è la evidenziazione nella storia della nostra salvezza. Se esiste la salvezza, esiste la preghiera.
(Il dono della preghiera – XII – fine)

Newsletter 10/2014

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Domenica 16 marzo
Lo Spirito dà alla preghiera la sua dimensione comunitaria. Non è la parola di un solitario a un Solitario, ma è una preghiera che abbraccia tutto il corpo mistico di Cristo e lo fa crescere nella Grazia. La preghiera comunitaria è la grande preghiera della sposa per lo sposo. È una preghiera grande, direi onnipotente. Questo non vuol dire cancellare il valore della preghiera privata: Gesù stesso ha detto “Quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto”. Rimane sempre questo contatto unico e inalienabile con Dio, ma esso viene assunto nella sua verità da una preghiera ancora più bella, quella del Corpo di Cristo. Dagli Atti degli Apostoli 1,14: “erano assidui e concordi nella preghiera”.
(Il dono della preghiera – XI)

Newsletter 9/2014

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Domenica 9 marzo
Attenzione a non bloccare la preghiera con tante inutili parole per cui lo Spirito tace. Mettendo dentro alla preghiera tante cose inautentiche, il dialogo non avanza e mette a tacere lo Spirito, che fa emergere le cose vere, quelle che veramente dobbiamo chiedere. Lo Spirito dà cordialità e affettuosità alla preghiera cristiana.
Rom. 8,15-16. “Non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura ma uno spirito di figli adottivi per mezzo per mezzo del quale gridiamo Abbà Padre. Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio”. Anche la gioia della preghiera cristiana viene perciò dallo Spirito che ci dà questa verità, ci attesta che siamo figli e quindi ci permette di parlare come tali.
(Il dono della preghiera – X)

Newsletter 8/2014

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Domenica 2 marzo

Passando ad una riflessione più generale, ci chiediamo: che cosa è tipico della religione cristiana? Un grande padre spirituale – P Mollat – dopo aver molto riflettuto sulla Bibbia, era giunto a questa conclusione: l’elemento tipico nella preghiera cristiana è di essere “preghiera nello Spirito”. Gv. 4,23: “Dio va adorato in spirito e verità”. Verità cioè nella realtà del disegno salvifico, nell’obbedienza al piano divino: questo è suscitato dallo Spirito.
Affermava P. Mollat che quella cristiana è una preghiera nello Spirito perché lo Spirito suscita e sostiene le nostre preghiere: Rom. 8,26. “Noi non sappiamo che cosa chiedere”. Quindi come gli Apostoli gridano nella tempesta qualcosa che manifesta la loro poca fede, “lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza perché nemmeno sappiamo che cosa conviene domandare”. Come possiamo quindi pregare in verità? Possiamo solo mandare delle grida che esprimono davvero ciò che ci è necessario: allora lo Spirito stesso “intercede per noi con gemiti inesprimibili”. Qui lo Spirito appare come suscitatore della preghiera e sostenitore: viene in aiuto in una situazione stagnante e ci porta avanti mettendo in moto la preghiera.
(Il dono della preghiera – IX)