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May, 2015

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Newsletter 19/2015

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Domenica 24 maggio

Nel racconto di conclusione dell’alleanza sinaitica che si legge nel libro dell’Esodo, dopo che Mosè ebbe messo per iscritto e riletto pubblicamente il documento dell’alleanza, ossia i dieci comandamenti, tutto il popolo rispose con una sola voce: “Tutto ciò che ha detto il Signore noi lo faremo e lo ascolteremo” Es. 24,7.
È una solenne dichiarazione collettiva di fedeltà all’alleanza e si esprime con le stesse parole di Deut. 5,27 (“Accostati tu e ascolta tutto ciò che il Signore, nostro Dio, dirà. Tu ci riferirai tutto ciò che il Signore, nostro Dio, ti avrà detto: noi lo ascolteremo e lo faremo”), riferite dopo la proclamazione del decalogo. In ambedue i casi ascoltare e fare la Parola vengono associati per dichiarare che l’impegno del popolo non deve limitarsi all’ascolto ma richiede una prassi corrispondente.

(Urgenza dell’ascolto della Parola – XIII)

Newsletter 18/2015

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Domenica 17 maggio

Ascolto = evento straordinario.
Ascoltare la voce del Signore resta sempre un evento straordinario che sfugge al controllo umano e determina delle situazioni critiche di giudizio. Non si può rimanere neutrali di fronte alla Parola: essa crea in noi la conversione o si crea la chiusura del cuore. In questo contesto si deve capire la richiesta del popolo che ci siano dei mediatori autorizzati, rappresentanti dalla figura profetica e sacerdotale di Mosè, che spieghino al popolo la Parola di Dio: “Accostati tu e ascolta tutto ciò che il Signore, nostro Dio, dirà. Tu ci riferirai tutto ciò che il Signore, nostro Dio, ti avrà detto: noi lo ascolteremo e lo faremo” (Deut. 5,27). È un avvertimento quanto mai opportuno anche oggi, che vi siano dei mediatori della Parola per una interpretazione spirituale dei desideri di Dio. Un ascolto indisciplinato e occasionale, compiuto senza un’adeguata guida spirituale e senza il rigore richiesto da ogni ricerca seria, rischia assai facilmente di risultare un’esperienza negativa; una esperienza di morte anziché di vita.

(Urgenza dell’ascolto della Parola – XII)

Newsletter 17/2015

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Domenica 10 maggio

Un’ottima pista di meditazione in Deut. 5 è il capire che ascoltare vuol dire morire. “Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità all’altra dei cieli, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l’hai udita tu, e che rimanesse vivo?” (Deut. 4,32-33) “Ma ora, perché dovremmo morire? Questo grande fuoco infatti ci consumerà. Se continuiamo a udire ancora la voce del Signore, nostro Dio, moriremo. Chi, infatti, tra tutti i mortali ha udito come noi la voce del Dio vivente parlare dal fuoco ed è rimasto vivo?” Deut. 5,25-26.
Muori nella carne per far vivere lo Spirito, è una transustanziazione. L’ascolto è per cambiare, è per morire, è per rinascere a nuova vita. “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv. 12, 24). Ascoltare e non morire a noi stessi, ai nostri progetti, è perdere tempo, è prendere in giro il Signore. È chiuderci alla Grazia di Dio.

(Urgenza dell’ascolto della Parola – XI)

Newsletter 16/2015

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Domenica 3 maggio

Una adorazione che non porti, nell’ascolto, ad impegnarci “su noi” e verso i fratelli, è preghiera falsa ed alienante. L’ascolto è un’esperienza aperta e senza limiti. “Se uno dice: «Io amo Dio» e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede” 1 Gv. 4,20.La religione biblica è una religione dell’ascolto e non esiste ascolto senza risposta: nasce così la nostra responsabilità morale! L’idolo lo si contempla o lo si prega ma non fa nascere la risposta morale perché non parla.

(Urgenza dell’ascolto della Parola – X)