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February, 2016

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Newsletter 8/2016

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Domenica 28 febbraio
Il Nuovo Testamento
Lc. 15,11-32: la parabola del figliol prodigo. Qui tutto l’Antico Testamento si amplifica e si approfondisce. Il figliol prodigo è l’uomo di tutti i tempi: è la rottura di ogni alleanza d’amore. Ci sono tre realtà da meditare: il personaggio centrale, il Padre; la dignità del figlio, di ogni uomo, molto superiore a qualsiasi bene materiale: è una particolare sottolineatura della dignità dell’uomo che ha sperperato tutto ma è ritornato (conversione); e, infine, la gioia, il tema della gioia.
È da leggere, la parabola, e da meditare.
(Dives in misericordia – XVII)

Newsletter 7/2016

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Domenica 21 febbraio
Rahamin è una variante femminile della fedeltà maschile. Rahamin genera una grande gamma di sentimenti tra i quali la bontà, la tenerezza, la pazienza e la comprensione, cioè la prontezza a perdonare. E l’Antico Testamento usa proprio questo termine riferendosi a Dio: Isaia 49,15 “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai“: la forza della maternità.
Tutte queste espressioni ci lasciano sconcertati e ci chiediamo il perché. E le ragioni e le radici di questo comportamento le scopriamo risalendo al principio, nel mistero stesso della creazione. “Dio è amore”. Ma al mistero della creazione è connesso intimamente il mistero della chiamata alla vita, della chiamata come popolo e come persone! Ed emergono le seguenti affermazioni: “Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo ad esserti fedele” (Ger. 31,3). “Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto, né vacillerebbe la mia alleanza di pace, dice il Signore che ti usa misericordia” (Isaia 54,10).
Questa verità illuminata da Cristo – “chi vede me vede il Padre” – viene vissuta totalmente da Cristo e diventa l’ottica attraverso cui vedere Dio e il nostro comportamento come cristiani.
(Dives in misericordia – XVI)

Newsletter 6/2016

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Domenica 14 febbraio
Salmi 103; 145!! Da tutto ciò si deduce che la misericordia non è solo qualcosa di Dio, ma è diventata il contenuto della loro intimità con Dio: il loro modo di essere con Dio, il loro modo di pregare e di agire con Dio.
La terminologia usata in tutti i libri dell’Antico Testamento ne è prova: soprattutto due espressioni: hesed e rahamim!
Hesed: bontà, fedeltà a se stesso, amore: cioè alleanza. “Se tu mi ascolterai…”. Alleanza di Dio: è infinita..!
Rahamim: mentre hesed era l’alleanza che partiva da Dio, rahamim è più misericordia, è amore di grembo materno, amore di madre, infinito! Come un bimbo è unito alla madre e viceversa, così Dio è unito, in un vincolo di amore, al suo popolo. Di questo amore si può dire che è totalmente gratuito, non frutto di mente: è una esigenza del cuore.
(Dives in misericordia – XV)

Newsletter 5/2016

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Domenica 7 febbraio
In tutta l’esperienza dell’Esodo, nei fatti e nelle parole il Signore ha rivelato la sua misericordia, e il popolo, cosciente di questo Dio della misericordia, a Lui si è continuamente affidato nelle sue disgrazie e nei momenti di presa coscienza del proprio peccato. È padre, è sposo e, quando è esasperato dall’infedeltà del suo popolo-figlio e decide di farla finita, sono la tenerezza e il suo amore misericordioso a fargli superare la collera.
Osea 11,7-9 “Il mio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto, nessuno sa sollevare lo sguardo. Come potrei abbandonarti, Èfraim, come consegnarti ad altri, Israele? Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione. Non darò sfogo all’ardore della mia ira, non tornerò a distruggere Èfraim, perché sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò da te nella mia ira.
Ger. 31,20 “Non è un figlio carissimo per me Èfraim, il mio bambino prediletto? Ogni volta che lo minaccio, me ne ricordo sempre con affetto. Per questo il mio cuore si commuove per lui e sento per lui profonda tenerezza.”
Is. 54,7. “Per un breve istante ti ho abbandonata, ma ti raccoglierò con immenso amore.”
Per questo i salmisti allorché desiderano cantare le più sublimi lodi del Signore, intonano inni al Dio dell’amore, della tenerezza, della misericordia e della fedeltà.
(Dives in misericordia – XIV)

Newsletter 4/2016

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Domenica 31 gennaio
I profeti collegano la misericorda con l’amore di Dio. Il Signore ama Israele con l’amore di una particolare elezione, simile all’amore di uno sposo e, perciò, perdona le sue colpe e perfino le infedeltà e i tradimenti. Se si ritrova di fronte un cuore pentito, Dio ridona tutto, ristabilizza l’alleanza.
Geremia 31,20: “Non è un figlio carissimo per me Èfraim, il mio bambino prediletto? Ogni volta che lo minaccio, me ne ricordo sempre con affetto. Per questo il mio cuore si commuove per lui e sento per lui profonda tenerezza“.
Ezechiele 39,25-29: “Perciò così dice il Signore Dio: Ora io ristabilirò la sorte di Giacobbe, avrò compassione di tutta la casa d’Israele e sarò geloso del mio santo nome. Quando essi abiteranno nella loro terra tranquilli, senza che alcuno li spaventi, si vergogneranno della loro ignominia e di tutte le ribellioni che hanno commesso contro di me.
Quando io li avrò ricondotti dai popoli e li avrò radunati dalle terre dei loro nemici e avrò mostrato in loro la mia santità, davanti a numerose nazioni, allora sapranno che io sono il Signore, loro Dio, poiché, dopo averli condotti in schiavitù fra le nazioni, li avrò radunati nella loro terra e non ne avrò lasciato fuori neppure uno. Allora non nasconderò più loro il mio volto, perché diffonderò il mio spirito sulla casa d’Israele
È una misericordia, quella di Dio, che prevale sul peccato, sull’infedeltà e tutto dimentica. E il popolo fa un’esperienza interiore della misericordia, un’esperienza di perdono, di pace.
(Dives in misericordia – XIII)