Domenica 12 febbraio 2012

L’ascolto fine a se stesso, la conoscenza per la conoscenza è una tentazione gnostica che non giova alla conversione e all’azione e finirà per creare caos e superbia intellettuale perché non legata all’obbedienza a Dio, alla fedeltà, alla sapienza profonda del cuore che ascolta e capisce!
Se è vero che solo l’ascolto della Parola di Dio rende possibile una prassi che le sia conforme, è altrettanto vero che solo se siamo impegnati in questa prassi, ci è reso sempre possibile e fecondo l’ascolto. Nella Bibbia noi troviamo sia l’invito ad ascoltare per fare sia l’invito a fare per ascoltare. Il primo ci orienta… il secondo diventa conferma e ricerca! La prassi è il metro di misura della verità del nostro ascolto.
Mt 7,24: “Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa ed essa cadde, e la sua rovina fu grande”
(Ascolta! – VIII)